Titoli Saipem vanno a ruba
La società di investimento americana specializzata in fondi comuni Dodge&Cox, gia' detentrice da marzo scorso del 10,43% del capitale di
Saipem, ha acquistato altre quote pari ad un ulteriore 1,48%. Secondo quanto si legge da un comunicato interno, L'acquisizione è avvenuta in più momenti dall'11 al 27 marzo per un totale di 61,76 milioni di euro.
Gli investimenti effettuati da Dodge & Cox hanno generalmente un'ottica di lungo periodo. Dopo l'acquisto di azioni Saipem di oggi, detiene l'11,9% del colosso ingegneristica e dicostruzioni controllata al 43% da Eni (a sua volta controllata dal Ministero delle finanze). Da segnalare anche una partecipazione importante da parte dei cinesi: la People's Bank of China detiente il 2,034% dei titoli Saipem.
Come prevedibile, subito dopo la diffusione della notizia a Piazza Affari il titolo Saipem sale del 2,73%, toccando a 11,29 euro. Ingenti i volumi degli scambi pari a quasi 9 milioni di titoli.
Secondo recenti indiscrezioni, il nuovo management di Saipem starebbe valutando la possibilità di scindere ogni legame dalla controllante ENI.
Rendimenti da distribuzione dividendi fino al 7%
Nel frattempo, agli azionisti dell'Eni, primo gruppo per capitalizzazione, hanno di che gioire: a loro quest'anno andranno circa 4 miliardi di dividendi. Le azioni Eni sono tra le più redditizie in questo momento nel paniere “ Ftse Mib” dato che possono garantire un rendimento di quasi il 7 per cento. Il dividend yield (rapporto tra cedola e prezzo dell'azione) di quest'anno è particolarmente alto rispetto alla media degli ultimi cinque anni (6% circa).
Per i possessori di azioni Enel, si preannuncia un rendimento da dividendi un po' meno sostanzioso, ma comunque generoso: il dividend yield si attesta al 3,3%, al di sotto della media degli ultimi 5 anni (6,47%). La società comunque dovrebbe essere più generosa nei prossimi anni: il piano strategico per il periodo 2015-2019, prevede che sia distribuito sotto forma di cedola il 50% dei profitti per il 2015. Questa percentuale è destinata ad aumentare di 5 punti percentuali su base annua fino a toccare 65% nel 2018.
Molto attraente anche il rendimento da dividendi delle azioni Snam e Terna, rispettivamente del 5,4% e 4,8%.
Queste due società di rete italiane sono strutturalmente solide, hanno cash flow stabili nel tempo a fronte di ricavi tariffati che riconoscono sia l'inflazione (che oggi non c'è) sia la remunerazione degli investimenti. Snam ha prodotto utili netti cumulati tra il 2009 e il 2013 per 4,3 miliardi, mentre Terna ha messo a bilancio profitti per 2,8 miliardi. La struttura del business e l'assetto di controllo rendono, sia Snam che Terna, dei grandi dispensatori di dividendi con tassi di rendimento medi che superano il 5-6% annuo.